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Certificazione REI di strutture esistenti: cosa fare se manca la documentazione progettuale?

2025-04-08 18:37

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Certificazione REI di strutture esistenti: cosa fare se manca la documentazione progettuale?

Analizziamo i metodi di rilievo non distruttivi come possibile risoluzione in caso di difficoltà nella ricerca di documentazione progettuale di strutture esist

Hai appena scoperto che la tua attività rientra fra quelle soggette ai controlli dei Vigili del Fuoco... panico!


Se non lo hai ancora scoperto, ed ora hai il dubbio, puoi controllare l'elenco completo delle 80 attività soggette a questo link https://www.scarpettaprogettazione.com/gestione-antincendio


Cosa fare ora per mettersi in regola?


Innanzitutto devi presentare una SCIA di prevenzione incendi al comando provinciale dei Vigili del Fuoco (se l'attività è in categoria B o C devi prima farti approvare il progetto antincendio).


Ma la SCIA l'ho già presentata, sono salvo!


No, non è la SCIA che hai presentato allo sportello edilizia per i lavori di ristrutturazione. Questa è specifica per la prevenzione incendi.


Alla SCIA antincendio si deve allegare obbligatoriamente il documento CERT.REI che, può essere redatto esclusivamente da un Professionista Antincendio iscritto negli elenchi del Ministero dell'Interno, e serve a certificare la resistenza al fuoco delle strutture portanti e separanti.


Nel settore della prevenzione incendi, la certificazione di resistenza al fuoco delle strutture è un requisito fondamentale per garantire la sicurezza degli edifici, soprattutto quando destinati ad ospitare attività con elevato carico di incendio specifico.


Tuttavia, il problema diventa particolarmente complesso quando ci si trova di fronte a edifici preesistenti, per i quali non è disponibile la documentazione progettuale originaria.


La mancanza di questi dati rende impossibile certificare la resistenza al fuoco delle strutture: le dimensioni delle strutture portanti e delle armature sono indispensabili per poter applicare i metodi analitico e tabellare previsti dal Codice di Prevenzione Incendi (D.M. 3 agosto 2015).


La problematica della documentazione mancante


In molti casi, edifici costruiti decenni fa non possiedono documentazione progettuale. Se l'edificio è antecedente agli anni ‘70, è possibile che la documentazione progettuale non sia mai stata presentata al Genio Civile, soprattutto se non rientrava nelle tipologie di opere obbligate al deposito all'epoca.


Ma anche in caso di opere più recenti la documentazione potrebbe essere andata persa nel tempo fra i vari passaggi di proprietà. Si può tentare con una richiesta di accesso agli atti presso l'ufficio edilizia del Comune nel quale si trova l'edificio, ma spesso queste ricerche si protraggono nel tempo e non è garantito un esito positivo.


Controlli non distruttivi


Per risolvere questo problema, si può ricorrere all’uso di strumenti avanzati come il pacometro professionale. Questo dispositivo consente di effettuare rilievi non distruttivi, ricostruendo le dimensioni dell’armatura all'interno delle travi e dei pilastri in cemento armato. Attraverso il pacometro è possibile determinare:


  • La posizione e il diametro delle barre d'armatura;
  • Lo spessore del copriferro;
  • La disposizione delle armature all’interno degli elementi strutturali.

Il metodo tabellare


Una volta ottenuti i rilievi con il pacometro, si procede con la verifica della resistenza al fuoco mediante il metodo tabellare, come previsto dalle normative vigenti. Questo metodo permette di determinare la classe REI delle strutture in base ai dati rilevati e confrontarli con i requisiti richiesti per l'attività in questione (ad esempio, autorimesse di superficie superiore a 300m²).


Quando i rilievi non sono sufficienti


Non sempre l’esito del rilievo è positivo. Può accadere che:


  • Le dimensioni dell’armatura o lo spessore del copriferro risultino insufficienti per garantire la resistenza richiesta;
  • La disposizione delle armature non sia conforme ai requisiti minimi indicati dalla normativa.

In questi casi, è necessario intervenire con miglioramenti strutturali. Tra le soluzioni possibili vi sono:


  • L'applicazione di vernici intumescenti;
  • L'aggiunta di strati protettivi per aumentare la resistenza al fuoco;
  • Il rinforzo delle armature con tecniche più invasive.

Un caso studio


Per autorimessa a servizio di un residence sito in Torino, ci siamo occupati del progetto di prevenzione incendi e della presentazione della SCIA presso il comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.


Le autorimesse pubbliche o private sono attività soggette se la loro superficie è superiore a 300m2.


Un focus particolare è stato necessario per la certificazione di resistenza al fuoco delle strutture, dato che si tratta di un edificio preesistente per il quale non era disponibile la documentazione del progetto strutturale. Il piano terra del residence, infatti, non era in precedenza adibito ad autorimessa e non necessitava delle pratiche presso i Vigili del Fuoco.


Tramite rilievi con pacometro professionale sono state ricostruite le dimensioni dell'armatura di travi e pilastri in cemento armato. È risultato che la struttura fosse già conforme alla classe di resistenza al fuoco richiesta in base al carico di incendio, ovvero R60 (la struttura deve mantenere le proprietà portanti e separanti per 60 minuti in caso di incendio).


In questo modo si sono risparmiati costosi interventi, come l'applicazione di vernici intumescenti, solitamente adottati quando non si conosce la resistenza al fuoco delle strutture.


Vuoi saperne di più o hai bisogno di assistenza per certificare la resistenza al fuoco di un edificio? Contattaci per una consulenza personalizzata.



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